Dati troppo chiari

I pannicelli caldi del ministro Poletti

Di Oliviero Widmer Valbonesi

Il ministro del lavoro Poletti ha fatto un certo trionfalismo, anzi molta propaganda, sul fatto che nei primi due mesi dell'anno in corso fossero aumentati i posti di lavoro a tempo indeterminato lasciando quasi intendere che ciò fosse merito del Jobs act. Quando un po' tutti gli hanno fatto notare che ciò era il frutto degli incentivi di 8000 euro dati alle imprese per trasformare i contratti da tempo determinato a contratti a tempo indeterminato e che non poteva essere merito del job act ha rilanciato dicendo che comunque a breve avremmo avuto i dati a dargli ragione. Il prof. Ricolfi aveva poi, in nome della trasparenza chiesto che i dati del ministero del lavoro fossero forniti distinguendo bene, in modo da capire quanto fosse merito degli incentivi o della nuova legge. I primi dati dimostrano, purtroppo che la disoccupazione aumenta e tocca il 13% e quella giovanile il 43%. Già il governo era stato smentito nelle sue previsioni di sviluppo con la miracolistica misura degli 80 euro non tramutatasi in sviluppo e consumi pur in presenza di una congiuntura internazionale favorevole come mai era successo negli ultimi anni.
Il consulente economico del PD, Taddei, a chi gli faceva notare queste cose ha risposto che vedremo fra sei mesi gli effetti e che comunque, la congiuntura nei primi tre mesi dell'anno per la prima volta è positiva. Purtroppo nell'area euro, solo Cipro e Grecia hanno performance peggiori delle nostre e i nostri concorrenti europei si sviluppano quasi 20 volte in più di noi. La realtà è che non esiste tesoretto anzi, la sentenza della Corte Costituzionale sulla legge Fornero richiederà minimo 5 miliardi di spese non previste. È ora di finirla coi pannicelli caldi e procedere alle vere riforme . Ridurre i comuni accorpandoli a 25/30 mila abitanti 5/6 macro regioni o abolizione delle regioni che nell'attuale versione non servono a nulla. Uscire dalle migliaia di partecipate ed introdurre la concorrenza nei servizi pubblici, smetterla di regalare alla chiesa cattolica 7/8 miliardi di euro in forma diretta od indiretta e lasciare solo l'8% espressamente indicato dal contribuente non il contrario. Se non si fanno tagli agli sprechi della sanità, se non si vende il patrimonio inutilizzato dello stato per liberare risorse per gli investimenti non ci sarà sviluppo ed occupazione ma solo propaganda.

Roma, 4 maggio 2015